Valvole termosifoni aperte
Faccio spesso sopralluoghi in appartamenti, soprattutto per problemi di infiltrazioni. In questo periodo mi capita di vedere che si chiudono le valvole dei termosifoni, pensando che sia la cosa corretta perché non sono in funzione o semplicemente per abitudine. Però questa pratica può essere controproducente. Stabilito che una valvola regola il flusso di acqua calda o vapore che entra nel radiatore, quando rimane chiusa per mesi, può subire l’accumulo di residui di calcare o di ruggine. Naturalmente questo rende difficile e talvolta impossibile riaprirla quando il riscaldamento viene riattivato. Poi se circola comunque l’acqua d’estate, dipende dall’impianto. Negli impianti centralizzati, come nei condomini milanesi, alcune centrali mantengono il ricircolo attivo anche in questi mesi caldi, per evitare ristagni. In questo caso l’acqua può circolare debolmente anche a termosifoni spenti ma tenere le valvole aperte favorisce la pulizia. Ma se l’acqua non circola perché lasciare le valvole aperte? Perché si torna a quanto accennato prima. Chiudendo la valvola, un piccolo perno interno viene spinto verso l’interno da una molla. Se resta chiusa per mesi può grippare, cioè bloccarsi a causa di attrito, spesso per usura, calcare, sporcizia. È un meccanismo che si “incolla”, come un rubinetto riaperto in giardino dopo l’inverno; o come ritrovarsi con le pastiglie bloccate quando si riaccende una macchina tenuta ferma per mesi e si tira il freno a mano. Insomma, alla riaccensione del riscaldamento si possono creare squilibri nell’impianto rendendo il riscaldamento meno efficiente. E si possono formare bolle d’aria che danno i fastidiosi rumori chiamati “colpi d’ariete”. Non è certo il modo migliore per allungare la vita dell’impianto. Ci sono solo alcune eccezioni: se si stanno facendo lavori di manutenzione o lavori idraulici o se un radiatore non viene proprio usato, ma con la stessa precauzione di aprirlo almeno una volta al mese. Ma vi ho convinto?

